Altri Stati europei seguirono il modello austriaco (la Prussia di Federico II, la Russia di Caterina II…).
I sovrani di questi Stati si sforzarono di organizzare un sistema di istruzione elementare obbligatorio, di abolire la tortura e le pene troppo crudeli, di limitare la pena di morte e di avviare una politica religiosa di tolleranza.
L’Italia era ancora un mosaico di piccoli staterelli, alcuni indipendenti altri sottomessi all’autorità austriaca. Anche nel nostro paese le idee illuministe si diffusero producendo importanti effetti.
Cesare Beccaria |
Beccaria fu l’illuminista italiano più conosciuto in Europa, grazie alla sua celebre opera Dei delitti e delle pene (1764), tradotta in molte lingue europee. In questo trattato egli condannava la pena di morte:
“Questa inutile prodigalità di supplizi, che non ha mai reso migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo ben organizzato. [...] Le leggi rappresentano la volontà generale dei cittadini, che altro non è se non l’insieme delle singole libertà individuali. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l’arbitrio di ucciderlo? [...] Non è l’intensità della pena che fa maggior effetto sull’animo umano, ma la sua durata. [...] Non è il terribile ma passeggero spettacolo della morte di uno scellerato ma il lungo e doloroso esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio(condannato ai lavori forzati), ricompensa con le sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno più forte contro i delitti.”
In sostanza, se un delitto è da considerare un danno contro la comunità, non è di nessuna utilità che il malvivente venga ucciso; dovrà piuttosto pagare con i lavori forzati il suo debito verso la cittadinanza. Inoltre Beccaria si batteva contro i trattamenti inumani inferti ai carcerati e soprattutto contro l’uso della tortura che, alla sua epoca, veniva usata negli interrogatori nel tentativo di far confessare un presunto colpevole.
“Questo è il mezzo più sicuro per assolvere i robusti scellerati e di condannare i deboli innocenti. Ecco i fatali inconvenienti di questo preteso criterio di verità, un criterio degno di un cannibale.”
Le idee di Beccaria fecero molto scalpore. Alcuni sovrani ne presero spunto per riformare la giustizia nei loro regni, ma furono molto pochi quelli che arrivarono ad abolire la pena di morte. Tra questi vi fu il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, fratello minore di Giuseppe II e suo successore sul trono imperiale. Anche egli fu un sovrano illuminato che diede grande impulso alla modernizzazione del suo Stato. La riforma più coraggiosa che adottò riguardò proprio la giustizia. Nel 1786, infatti, emanò un nuovo codice che aboliva la tortura e la pena di morte. Era la prima volta in Europa che le idee di Beccaria venivano messe in pratica.
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